mercoledì 7 gennaio 2009

La canonica di Borley

Nel 1862 il reverendo Henry Dawson Bull acquistò Borley Place,una casa colonica in stile Tudor,adiacente la canonica,e la corredò di ventitre stanze,per collocare al meglio la sua sterminata famiglia. A poco alla volta la ampliò ancora,aggiungendo un piccolo padiglione per permettere alla famiglia di godere il magnifico paesaggio dei boschi,e la dotò di una stalla,oltre a costruire piccole dependance per gl ospiti. L’unico inconveniente era rappresentato dalla strana apparizione di un fantasma. Che la famiglia considerava poco più che una attrazione. Il fantasma appariva nei panni di una suora,dall’espressione arcigna e corrucciata. Le cose iniziarono a cambiare quando,assieme all’apparizione del fantasma,nella casa iniziarono inspiegabili fenomeni:alcuni oggetti sembravano muoversi da soli,di notte si udivano strani rumori,e ogni tanto si vedeva galleggiare nell’aria qualche oggetto proveniente dalle altre stanze.
Questi fenomeni turbarono così tanto una domestica,da farla scappare terrorizzata da Borley.
Nel 1892 il reverendo morì,e alla guida della canonica arrivò suo figlio Harry. Che decise di continuare a vivere nella vecchia casa,mandando nella nuova canonica,quella ampliata dal padre,le sue sorelle nubili. I fenomeni inspiegabili continuarono, anzi,aumentarono di intensità. Le apparizioni della suora ripresero vigore,tanto che una volta alcune sorelle se la trovarono di fronte. Lungi dall’essere spaventate,le donne cercarono di parlarle,ottenendo come unico risultato la sua improvvisa dissoluzione. Una sera due di loro si trovarono di fronte una strana figura,ammantata di nero,che le guardava torvo;le donne avvisarono il reverendo Harry,che benedisse il luogo,senza ottenere però alcun effetto pratico.
Le apparizioni continuarono,tanto da convincere la famiglia Bull che la leggenda locale,che parlava di un monaco e di una suora innamorati e scappati assieme potesse avere un fondamento di verità. La voce popolare parlava anche di un cocchiere,che alcune notti percorreva le strade attorno a Borley,caricava i due amanti e correva nel bosco. ll cocchiere aveva una caratteristica abbastanza insolita:era privo di testa.
Nel 1927 il reverendo Harry morì,e i restanti membri della famiglia decisero di abbandonare Borley,che rimase deserta. Il nuovo inquilino di Borley arrivò subito dopo;era il reverendo Guy Smith,che veniva dall’India,e ignorava tutto della canonica e dei suoi strani avvenimenti.
Ma non ci mise molto ad accorgersi che in quel posto accadevano cose stranissime;oggetti che volavano per la casa,strani rumori,e per colmo della misura,l’apparizione contemporanea della suora,del monaco e della carrozza. Spinto dal terrore provato dalla moglie,il reverendo Smith scrisse una lettera al Daily Mirror,raccontando i fatti a cui aveva assistito. E il giornale incaricò Harry Price,uno dei più famosi studiosi di fenomeni paranormali di svolgere delle indagini ed eventualmente scriverci un articolo.
Price investigò per qualche giorno sugli avvenimenti,e decise che in quel posto accadevano davvero cose strane. Evidentemente ne parlò in giro con qualcuno,tanto che ben presto un giornale concorrente,il Daily Mail decise di inviare un suo incaricato ad investigare. Il rapporto tra Price e quest’ultimo fu da subito tempestoso; il giornalista del Daily Mail si convinse immediatamente che Price manipolava gli avvenimenti per ricavarne uno scoop sensazionalistico. Lo riferì al suo direttore,e la cosa divenne di dominio pubblico. Price convinse Smith,la moglie, e due signorine Bull a presenziare ad una seduta spiritica all’interno della casa.
La seduta avvenne e lasciò più dubbi di prima;se è vero che avvennero strani fenomeni,essi furono attribuiti,dal reverendo Smith e sua moglie,alla presenza di topi e movimenti di assestamento della casa.
Gli Smith decisero di andar via dalla casa,ufficialmente perché la casa era a pezzi e richiedeva grosse somme di denaro sia per la manutenzione sia per la ristrutturazione. Così per diciassette mesi la casa restò vuota. Fino a quando ad abitarla non arrivò Lyonel Foyster,parente dei Bull. Al suo arrivo nella casa,Foyster aveva 52 anni,una moglie molto più giovane di lui,Marianne,e una bambina,Adelaide. Ben presto gli strani fenomeni ripresero con vigore;campanelli suonavano improvvisamente per la casa,molti oggetti sembravano possedere una vita propria,riapparve la suora e a questi fenomeni si aggiunse la misteriosa apparizione di un uomo possente con grandi baffi,che Marianne,la moglie di Foyster riconobbe per Harry Bull. Foyster annotò diligentemente tutti i fenomeni visti da lui e dalla sua famiglia. Un giorno decise di averne abbastanza,e chiamò due sacerdoti per praticare un esorcismo. Dopo la benedizione della casa,praticata dai sacerdoti,le cose si tranquillizzarono per un poco,per poi riprendere con prepotenza qualche giorno più tardi. Iniziarono a comparire strane scritte sui muri,foglietti sparsi per la casa con la scritta Marianne,oltre al solito corredo di movimenti di oggetti e strani suoni notturni.
Foyster annotò scrupolosamente gli avvenimenti,che si ripetevano giornalmente, fino a quando,stanco,decise di prendere la famiglia e abbandonare definitivamente Borley.
Era il 1935,e la canonica restò vuota. La chiesa decise di non farne più un luogo di culto,a causa anche dei fenomeni che si ripetevano con straordinaria frequenza. E per due anni,fino al 1937 restò desolatamente vuota. Quando ad abitarla,seppur parzialmente,arrivò Price. Lo studioso del mistero aveva deciso di svolgere indagini più approfondite,e portò con se la moglie e due aiutanti. Annotarono con scrupolo tutte le manifestazioni a cui assistettero,e con l’aiuto di Helen,figlia di Sidney,il collaboratore principale di Price, organizzarono una nuova seduta medianica.
Durante la seduta si materializzò la figura di Marie Lairre,che disse essere una suora vissuta nel XVII secolo,di origine francese,e che aveva lasciato l’ordine per sposare Henry Waldegrave.
I Waldegrave erano i vecchi mecenati della canonica di Borley,tanto che le loro tombe erano presenti ancora nel cimitero che sorgeva affianco alla canonica. La rivelazione sensazionale però fu che la donna era stata strangolata all’interno della vecchia casa. Price indagò e si preparò a scrivere un libro sul resoconto degli avvenimenti. Ma nel 1938,durante un’ennesima seduta spiritica,Hellen venne avvertita che la canonica,di li a poco,sarebbe completamente bruciata. Nel 1938 la cosa avvenne davvero.
Il capitano Gregson,nuovo inquilino della casa,mentre stava sistemando una pila di libri,vide una lampada abbattersi sui libri,come spinta da una mano misteriosa.
I libri presero fuoco,e ben presto l’incendio si estese alle altre stanze. Il fuoco divorò tutto all’improvviso,e i pompieri,che arrivarono più tardi,altro non poterono fare che assistere,inermi,alla distruzione della canonica. I vicini videro,con raccapriccio,la figura di una giovane donna intrappolata in una stanza,ma nulla poterono fare per soccorrerla.
L’indomani,quando le macerie smisero di fumare,fu possibile accedere alla casa.
Ma del corpo della ragazza non venne trovata nessuna traccia. Da quel momento il libro di Price divenne un autentico best sellers. Tutti volevano maggiori dettagli su quella che era stata definita la casa più infestata del mondo. Molti volevano visitare le rovine,ma la cosa divenne impossibile sia per il divieto delle autorità,sia per il contemporaneo scoppio della seconda guerra mondiale.
Soltanto nel 1943 fu possibile ispezionare di nuovo la casa,che nel frattempo era stata demolita,per evitare ulteriori pericolo. Sotto un pavimento,durante alcuni scavi,venne ritrovato il cranio di una donna,dell’apparente età di trent’anni. La mascella presentava quello che doveva essere un doloroso ascesso,cosa che ricordò a molti l’espressione torva del fantasma. I resti vennero sepolti nel cimitero locale,e sul luogo calò il silenzio. Rotto,di tanto in tanto,dalle indagini di qualche giornalista alla ricerca di uno scoop.
Negli anni 70 la BBC,con l’aiuto di strumenti professionali,piazzò strumenti e microfoni tra i resti della canonica. Uno dei giornalisti avvistò una figura nera che camminava lungo il percorso della suora. Scoprì che si trattava di uno sciame di moscerini,che sembrava danzare sospeso nell’aria. I magnetofoni restituirono una serie di rumori,scricchioliii e qualcosa che assomigliava ad un lamento. L’opinione pubblica si divise tra coloro che credevano ad un posto infestato da spiriti e poltergeist e scettici. Price venne accusato di aver falsificato i dati in suo possesso,gli abitanti della casa di aver usato troppo la fantasia. L’unica prova esistente dei presunti fenomeni della canonica di Borley è un mattone,fotografato a mezz’aria da un dilettante.

martedì 12 agosto 2008

Philadelphia Experiment

Per gli amanti del complotto il temine "Philadelphia Experiment" è un nome famosissimo ed intrigante. Nonostante esistano forti riserve su tale storia da parte degli studiosi in materia e su colui che la riportò, bisogna ammettere quanto sia intrigante
Sotto l’etichetta "Philadelphia Experiment" sarebbe codificato un esperimento riguardante i campi elettromagnetici, condotto dalla Marina Americana nell'ottobre del 1943, per mezzo del quale si tentava di mettere in pratica la teoria di Einstein dei campi unificati.L'esperimento fu eseguito a bordo del cacciatorpediniere "Eldridge D173", completo d'equipaggio. Nel momento in cui l'esperimento fu avviato, si generò una luce, una nebbia di luminescenza tendente al verde, uguale, stando alle numerose testimonianze, a quella descritta in molti strani e inspiegabili fenomeni avvenuti nella zona delle Bermude. Tale "nebbia" avvolse la nave che scomparve alla vista degli osservatori.Si originò un campo di forma sferica all'interno del quale rimase, come unica cosa visibile, l'impronta di uno scafo immerso nell'acqua. Con tale esperimento fu raggiunta la totale invisibilità e, sembra cosa non preventivata, lo spostamento di materia da un luogo ad un altro.L'Eldridge fu vista apparire e sparire a Norfolk, in Virginia. In conseguenza di questo, l'equipaggio subì un effetto devastante che proseguì anche quando l'esperimento ebbe fine. Gli uomini sparivano e riapparivano improvvisamente, in ogni luogo: a casa, per strada, al bar, sotto gli occhi esterrefatti dei presenti. Per facilitare il loro "ritorno" si doveva praticare una tecnica detta "sovrapposizione delle mani", ossia toccare prontamente lo sventurato per far cessare l’insolito fenomeno. Molti ebbero problemi psichici, altri furono internati in ospedale, uno sparì davanti ai familiari e non riapparve più.Chi parlò dell'accaduto fu un certo Carl Allen, e lo fece inviando lettere (sulle cui buste il nome del mittente rispondeva a Carlos Miguel Allende) al Dr. Morris Jessup, astronomo e ricercatore, autore del libro "The Case For The Ufo".Allen fece riferimento ad esperimenti effettuati dalla Marina al Philadelphia Navy Yard. Jessup; a sua volta era in corrispondenza con Manson Valentine, oceanografo, archeologo e zoologo, al quale riferì sulla vicenda.Carlos Meredith Allen è il vero nome di Carlos Miguel Allen, nato a Springdale, Pensilvania il 31 maggio 1925. Per coloro che hanno indagato a lungo su tale personaggio risulta difficile stabilire il grado di credibilità di quanto egli ha raccontato. Sembra comunque accertato che la prima nave su cui s’imbarcò fosse la S.S. Andrei Furuseth. La prima lettera inviata a Jessup è andata perduta, ma secondo William Moore in tale missiva Allen parlava di antigravità, nella seconda accennò alla storia dell’esperimento Filadelfia asserendo che al tempo si trovava a bordo della Furuseth..

domenica 10 agosto 2008

Lampade Dendera

Molti miti, misteri e leggende gravitano intorno al tema "antico Egitto". Le conoscenze e le capacità di cui disponeva questo popolo sono incredibili ed in molti casi assolutamente inspiegabili. Tra uno di questi misteri rientrano le lampade Dendera ovvero: gli egiziani possedevano già l'elettricità?
In diversi luoghi all’interno del tempio tardo Tolemaico di Hathor a Dendera, in Egitto, strani bassorilievi sulle pareti intrigano da anni gli studiosi. Difficile, infatti, per loro spiegarne la natura, sulla scorta di temi mitico-religiosi tradizionali, ma nuove e più moderne interpretazioni ci giungono dal campo dell’ingegneria elettronica.In una camera, il numero 17, il pannello superiore, mostra alcuni sacerdoti egiziani che fanno funzionare quelli che appaiono come tubi oblunghi che compiono diverse funzioni specifiche. Ogni tubo ha all’interno un serpente che si estende per tutta la sua lunghezza.L’ingegnere svedese Henry Kjellson, nel suo libro "Forvunen Teknik" (tecnologia scomparsa) fece notare che nei geroglifici quei serpenti sono descritti come "seref", che significa illuminare, e ritiene che si riferisca a qualche forma di corrente elettrica. Nella scena, all’estrema destra, appare una scatola sulla quale siede un’immagine del Dio egiziano Atum-Ra, che identifica la scatola quale fonte di energia.Attaccato alla scatola c’è un cavo intrecciato che l’ingegner Alfred D. Bielek identifica come una copia esatta delle illustrazioni odierne che rappresentano un fascio di fili elettrici. I cavi partono dalla scatola e corrono su tutto il pavimento, arrivando alle basi degli oggetti tubolari, ciascuno dei quali poggia su un sostegno chiamato "djed" (lo Zed) che Bielek identificò con un isolatore ad alto voltaggio.Ulteriori immagini trovate all’interno della cripta mostrano quelle che potrebbero essere altre applicazioni del congegno: sui bassorilievi si vedono uomini e donne assisi sotto i tubi, come in una postura per creare una modalità ricettiva. Che tipo di trattamento irradiante vi si stava svolgendo?